"Per l'Unione Nazionale Giovani
Dottori Commercialisti ed Esperti Contabili quello che sta accadendo sul
registro dei revisori legali è la cartina di tornasole di una burocrazia statale
cui, in ogni situazione, non interessa affatto risolvere i problemi del Paese e
controllare che le regole vengano rispettate, ma sempre e soltanto esplodere la
propria sfera di influenza e gestire direttamente tutto quello che le è
possibile arraffare."
- E' quanto precisa in un comunicato la Giunta UNGDCEC che al riguardo prosegue:
"I giovani commercialisti
ricordano come le vere priorità che avrebbero dovuto essere regolamentate dai
burocrati ministeriali avrebbero dovuto essere quelle concernenti l'equipollenza
tra i percorsi formativi di accesso alla professione di commercialista e alla
funzione di revisione legale, tanto più oggi che, a seguito della riforma degli
ordinamenti professionali attuata da questo Governo, si è creato un
disallineamento nella durata dei due
tirocini.
La priorità, per gli
strapagati alti dirigenti del Ministero dell'Economia e delle Finanze, è stata
invece quella di assicurare a se stessi e ai loro colleghi la gestione diretta
del registro, per altro dando seguito a questa loro mira, da tempo coltivata,
con norme di attuazione confuse, pasticciate e, una volta ancora, assolutamente
prive del minimo sindacale della decenza, a cominciare dall'assenza di una
disciplina transitoria chiara e non penalizzante per tutti quei giovani che
sosterranno l'esame di Stato per dottore commercialista nei prossimi mesi e
rischiano concretamente, quanto assurdamente, di doverne sostenere pure un
secondo per iscriversi al registro dei revisori
legali.
E per fortuna che, sul fronte
delle libere professioni, la principale preoccupazione di questo Governo era, a
parole, quello di facilitare l'accesso dei giovani ai mercati
professionali.
La gestione del registro dei
revisori legali, da parte del Consiglio Nazionale dei Dottori Commercialisti e
degli Esperti Contabili, è stata riconosciuta da tutti come efficiente ed
economica.
Eppure proprio da qui i
burocrati ministeriali sono voluti partire.
Il valore aggiunto di questa
scelta?
Toccherà a loro gestire il
relativo budget (che sicuramente esploderà, scaricando i maggiori oneri in
aumenti della tassa di iscrizione), disporre
assunzioni e creare poltrone dirigenziali all'interno della pubblica
amministrazione.
Manna, in tempi di spending
review per chi ha da tempo smarrito la sua missione di servitore dello Stato e
se ne ritiene il padrone, misurando il proprio potere in base all'ampiezza della
propria sfera di influenza.
E chi se ne importa se, nel
frattempo, oltre centomila revisori legali e migliaia di giovani in procinto di
diventarlo, brancolano nel buio.
E' proprio vero: allo Stato
non interessa controllare che le regole vengano rispettate da chi gestisce; allo
Stato interessa solo gestire e, divenuto controllore di se stesso, farlo secondo
logiche che nulla hanno a che vedere con quella efficienza ed economicità che,
in questi anni, nella gestione del registro sono state
assicurate.
Vergogna."
La Giunta
UNGDCEC