lunedì 3 dicembre 2012

La mediazione civile è ancora obbligatoria



La mediazione civile è ancora obbligatoria non essendo stata depositata né pubblicata
 alcuna sentenza della Corte Costituzionale che  affermi l' incostituzionalità della norma
Lo stabilisce il Tribunale di Lamezia Terme, con ordinanza dell'8  novembre 2012
La norma che prevede l’obbligatorietà del tentativo di conciliazione sancita dall'art.art.
 5, comma 1, del d.lgs 4 marzo 2010, n. 28 è ancora valida ed efficace al momento
 dell’emanazione dell'ordinanza del Tribunale, non essendo stata depositata né
pubblicata la preannunciata sentenza della Corte Costituzionale  che ne dichiari
l’illegittimità costituzionale per eccesso di delega (cfr. art. 30 legge 87/1953), ma
 essendo stato emesso dalla Consulta solo un comunicato al riguardo.
 Dovendosi, pertanto presumere che l’incostituzionalità riguardi la sola
previsione dell’obbligatorietà della mediazione, ove nelle more del decorso del
 termine assegnato dovesse essere pubblicata la citata sentenza caducatoria, -
hanno stabilito i giudici di Lamezia Terme - la prescrizione di cui al dispositivo
dovrà intendersi come mediazione su invito del giudice, ai sensi del comma 2
 dell’art. 5, considerata la natura della controversia e la possibilità di valutare
 una trattativa alla luce delle indicazioni contenute nel presente provvedimento.

In attesa della  pubblicazione sentenza della Corte Costituzionale tutte le categorie
 professionali interessate hanno aperto al riguardo un ampio e vivace  dibattito.
Riportiamo la lettera del Presidente dell'Ordine dei Dottori Comercialisti di Roma e 
del Segretario Generale del CPRC , i quali  affrontano l'argomento nell'ottica della
 categoria   



Venerdì 30 Novembre 2012 13:41

 Cari Colleghi,
la mediazione civile e commerciale, introdotta in Italia dall’art. 60 della legge n.69/2009
 e dal successivo D. Lgs. n. 28/2010 per dare attuazione alla Direttiva del Parlamento
 Europeo e del Consiglio n. 2008/52/CE, è stata vista dalla nostra Professione 
come un’opportunità per accelerare quel cambiamento culturale e di mentalità
 nell’approccio al conflitto che dev’essere proprio di una società civile matura
 e che è già stato ampiamente realizzato con successo in numerosi altri Paesi europei
 e non.
Un approccio al conflitto non più di tipo avversariale, qual’è quello del giudizio
 ordinario, ma di tipo collaborativo e propositivo tra le parti in lite, volto al
 raggiungimento di un accordo il più possibile rispondente alle reali esigenze ed 
aspettative delle stesse.
Noi crediamo che la mediazione civile e commerciale possa e debba andare
 avanti come espressione della libera volontà delle parti volta alla composizione
 amichevole del conflitto ancor prima di affidarsi ad un giudizio che, quasi sempre,
 si limita a separare le ragioni dal torto offrendo soluzioni il più delle volte
 insoddisfacenti e spesso tardive rispetto ai reali bisogni delle parti.
D’altra parte che la mediazione e la conciliazione stiano divenendo ormai
 tendenze inarrestabili anche nel nostro Paese, così come nel resto del 
mondo, è dimostrato, oltre che in materia civile e commerciale, dalle recenti
 riforme normative in materia di mediazione tributaria e di composizione delle
 crisi da sovraindebitamento.
Il valore di pacificazione sociale proprio dell’istituto della mediazione
 rappresenta, quindi, un valore in sé che già per questo merita di essere 
tutelato e salvaguardato anche a prescindere dalla funzione deflattiva 
del contenzioso civile che pure gli è propria; funzione la cui rilevanza è 
tanto più significativa nel nostro Paese, che, come notorio, si colloca agli 
ultimi posti della scala mondiale per la durata dei processi e per i
 tempi di riscossione dei crediti, con conseguente depressione del 
sistema economico e giudiziario e progressivo allontanamento degli
 investitori internazionali.
A conforto di quanto da ultimo affermato, ricordiamo l’autorevole intervento 
del Primo Presidente della Corte di Cassazione Ernesto Lupo che, alla 
conferenza “Il Giusto rapporto tra giurisdizione e mediazione” del 19 ottobre
 u.s., concluse le sue riflessioni sul tema auspicando “di continuare un percorso
 verso il perfezionamento di un istituto (la mediazione) al quale, personalmente,
 guardo con grande speranza perché, dal posto che occupo, vedo ogni giorno
 le enormi difficoltà provocate dall’abnorme domanda di giustizia, che 
finisce per soffocare l’apparato giudiziario, oggi incapace di assicurare un 
servizio adeguato alle esigenze di una società civile come la nostra”; di 
analogo tenore l’intervento del Vice Presidente del CSM Michele
 Vietti all’inaugurazione dell’Anno Giudiziario 2012, laddove, dopo aver 
ricordato le illustri parole pronunciate dal Capo dello Stato sui tempi e
 le pesantezze del funzionamento della giustizia quale causa “della generale
 difficoltà del risanamento dei conti pubblici, dell’abbattimento dell’ormai
 insostenibile stock di debito pubblico” e quale ostacolo ” ad una
 intensificazione dell’attività d’impresa e degli investimenti”, auspicava 
parimenti nel settore civile un percorso più coraggioso per incentivare
 la risoluzione alternativa delle controversie.
Considerazioni analoghe a quelle suesposte hanno portato alla 
costituzione del C.P.R.C. per rendere protagonista di questa evoluzione 
culturale e sociale la nostra categoria professionale, curando in particolar 
modo la formazione dei mediatori e l’efficienza funzionale ed operativa del 
Centro.
E’ quindi nell’interesse di tutti i nostri Iscritti dare sostegno e vitalità al
 C.P.R.C. incentivando anche all’interno della propria clientela la 
possibilità di risolvere i conflitti in modo pacifico ed efficiente con costi 
limitati ed in tempi brevi incardinando una domanda di mediazione presso
 il C.P.R.C. ancor prima di affidarsi al giudizio ordinario .
Le attuali contingenze che vive l’istituto della mediazione in Italia e che, 
siamo certi, verranno presto superate, sono quindi stimolo a lavorare 
ancora più intensamente per garantire l’efficienza del C.P.R.C. ai più 
alti livelli e la qualità dei mediatori che sarà d’ora in poi ulteriormente
 rafforzata da una presenza ai tavoli di mediazione della componente 
economica e della componente giuridica che lavoreranno in perfetta 
sinergia con 
l’unico scopo di aiutare le parti a risolvere il conflitto in modo 
tecnicamente e giuridicamente sostenibile ed a preservare il rapporto.

Il Segretario Generale del CPRC               ll Presidente del CPRC                                    


Edoardo Merlino                                        Gerardo Longobardi    

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